A produrli è Cascina Bosco Fornasara, una piccola realtà familiare italiana che produce e distribuisce riso e cereali da antiche varietà. Roberto si occupa dei lavori nei campi e controlla l’intera filiera produttiva, Ilena si occupa della comunicazione e della vendita diretta. Assumendosi i rischi legati ad ogni “rivoluzione”, da anni hanno convertito tutta l’azienda all’agricoltura biologica, scegliendo un metodo colturale completamente naturale che non prevede l’utilizzo di nessun tipo di sostanza, neppure quelle consentite dal disciplinare biologico, ma si basa sulla sinergia tra natura e coltura. Il loro progetto è quello di un’agricoltura naturale, rispettosa dell’uomo e dell’ambiente, un’agricoltura sostenibile, per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Hanno scelto di vivere in mezzo alle risaie, lontano dalla città, nella cascina ottocentesca che era dei nonni e che hanno restaurato secondo i criteri della bioedilizia, usando terra, paglia e legno. Questo perché credono che uno stile di vita diverso sia possibile. Vivono e lavorano in sinergia con l’ambiente e i suoi equilibri, limitando l’inquinamento atmosferico e delle acque, preservando la biodiversità. Nel 2018 hanno ricevuto il premio Legambiente Cambiamo Agricoltura “per l’impegno nella salvaguardia della biodiversità e per le buone pratiche agricole messe in atto, che testimoniano come il cambiamento del modello agricolo in chiave sostenibile sia effettivamente realizzabile.” I loro prodotti biologi non subiscono alcun trattamento chimico, né in presemina, né durante la crescita e lo stoccaggio, sono coltivati senza l’utilizzo di nessun tipo di concime, erbicida o fungicida, neppure quelli consentiti in agricoltura biologica.
Per nutrire il terreno fanno affidamento alle erbe azoto fissatrici (veccia, trifoglio, loietto e avena) e alla successiva macerazione delle stesse; non utilizzano fanghi di depurazione. I loro prodotti sono essiccati a bassa temperatura con bruciatore a gas, che non lascia residui ed ha un basso impatto ambientale, a differenza di quello che succede con gli essiccatoi a gasolio, a fiamma diretta, i cui i fumi raggiungono il chicco, lasciando residui e modificandone il sapore. I semi grezzi, essiccati, vengono conservati in silos sigillati e ventilati, dove si mantengono asciutti e freschi fino al momento della lavorazione, che avviene in maniera artigianale.
Il riso, in particolare, dopo il raccolto e l’essiccazione in cascina, viene sbramato con procedimenti meccanici, più lenti e meno aggressivi. La lavorazione tradizionale a pietra non riscalda il chicco, mantenendone così le proprietà organolettiche e azzerando le percentuali di rottura. Il confezionamento in atmosfera protetta (saturazione di azoto e anidride carbonica) o sottovuoto – senza l’aggiunta di conservanti – e lo stoccaggio in un magazzino a temperatura controllata, mantengono intatte le proprietà dei prodotti a lungo.
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