Santa Lucia: la sacralità sostenibile del grano duro siciliano

09/12/2012

La tradizione contadina siciliana lega il 13 Dicembre, Santa Lucia, al cibo conferendogli significati augurali, espiatori, taumaturgici e persino liberatori. A Santa Lucia, in Sicilia, tutto riparte da un cereale il grano duro, che cotto diventa cuccìa ed ogni citta la interpreta secondo versioni diversissime.

Il grano duro essenza dell'agricoltura e del cibo siciliano, viene messo in ammollo per almeno 12 ore e poi bollito e condito. La cuccìa nella baronale Palermo diventa un dolce perchè il grano bollito viene mescolato ad abbondante ricotta di pecora zuccherata, frutta candita, cioccolato a scaglie e cannella in polvere. Nelle città con più austera tradizione agricola la cuccìa viene mescolata, più semplicemene, al mosto cotto o al miele e rappresenta piatto unico per il pranzo del giorno di Santa Lucia. Insieme alla cuccìa, generalmente, si consumano il riso o gli arancini. Per un giorno, nella più pura tradizione contadina, si faceva attenzione a non consumare prodotti elaborati da farine di grano (pane, pasta, biscotti, etc.).

La sacralità e il rispetto del cibo così importante in tutte le culture contadine è un concetto che ben si lega con una visione veramente sostenibile della terra.